IL BRINDISI DEL GUARDIANO

Loggia Lorenzo il Magnifico n°52
Lavoro prodotto dal Fr.
S.S.

 

IL BRINDISI DEL GUARDIANO

Autore Fr. S. S.

Loggia Lorenzo il Magnifico-Fiorenza n.52 Firenze

 

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Dear Brethren of the Mystic Tie, the night is waning fast.

Our work is done, our feast is o'er, this toast must be our last. Good night to all, once more good night, again that farewell strain. Happy to meet, sorry to part, happy to meet again.

To all poor and distressed Masons, wheresoever dispersed (over the face of the earth or water), a speedy relief to their suffering, and a safe return to their native land if they so desire. (Three knocks) With me, my brethren, To All Poor and Distressed Masons! (Drink and present arms as before, glasses down at the same instant as Tyler's.) 

 

Nella consuetudine massonica i brindisi da effettuarsi durante l’agape rituale sono sette. Benché tale numero possa variare a seconda delle consuetudini o della volontà del maestro venerabile, per ultimo viene costantemente eseguito il Brindisi del Guardiano. Il guardiano (“guardian”), nelle logge operative, era il fratello che si assumeva l’incarico di sorvegliare la porta e proteggerla dagli estranei. Probabilmente costui non era un vero e proprio membro della “craft”, ma era solo un aspirante apprendista con compiti esclusivamente servili. Solo dopo che la massoneria ebbe assunto caratteristiche prevalentemente speculative, l’incarico di guardiano fu arricchito di nuovi compiti (copritore esterno, tegolatore, ecc.)  e rinominato con il termine “Tyler”, utilizzato per la prima volta da J. Anderson nella seconda edizione delle Costituzioni (1738).

Questa origine potrebbe parzialmente spiegare il motivo per cui in Italia si parla di Brindisi del Guardiano mentre in Inghilterra di “Tyler’s Toast”. Si potrebbe infatti supporre che l’antica terminologia non è stata mai superata per una oggettiva difficoltà a tradurre il termine “tyler” che tuttora i dizionari di Inglese non riportano; ed evidentemente non è entrato nella consuetudine definire “del Copritore Esterno” un brindisi proponibile da ogni fratello, anche perché forse il Copritore Esterno nella massoneria italiana tradizionale non ricalca totalmente la figura del “Tyler”. 

Non è ben chiaro quando il Brindisi del Guardiano abbia fatto la sua comparsa, essendovi nel passato una notevole resistenza a disporre verbali o rituali per iscritto. Delle ipotesi tuttavia possono essere fatte.

Un primo riferimento è da individuare nel “Libro delle Costituzioni degli antichi” (Ahiman Rezon), redatto da L. Dermott nel 1756. Questo, come altri testi del periodo, comprendeva lunghi canti da intonare una volta terminati i lavori. Questi canti venivano interrotti ad intervalli prestabiliti per proporre brindisi alla salute di singoli o di gruppi. A pag. 148 vi è un canto, che si conclude oltre due pagine dopo, con questi versi: 

Alla salute degli antichi liberi muratori

Da un capo all’altro del globo

Ovunque essi siano

Dio salvi il re

Dio salvi il re

A tutti gli antichi massoni

Ovunque essi siano dispersi od oppressi

In tutto il mondo &c.

 

Nel 1719 Desagulier si era impegnato per ripristinare i peculiari e regolari vecchi brindisi della Massoneria. Anderson, pur senza nominarli singolarmente, li aveva inclusi nei canti che seguivano le costituzioni, ma sia in quelle del 1723, sia in quelle del 1738 del Brindisi del Guardiano non vi è traccia. D’altronde il fatto che Dermott usi il simbolo &c. lascia pensare che che il canto da lui riportato sia ben noto a tutti i massoni, e fa concludere che il nucleo embrionale del Brindisi del Guardiano si sia sviluppato approssimativamente fra il 1738 e il 1756. Un breve riferimento ne fa anche W. Preston in “Illustration of Masonry” del 1746, senza peraltro riportarne il contenuto. B. E. Jones nella sua “Guida e compendio per i Liberi Muratori” del 1950, riferisce che la frase iniziale, già da allora, avrebbe dovuto essere: “ A tutti i massoni poveri ed afflitti ovunque si trovino….”.

 

Qual è il significato del brindisi del guardiano?

Alla metà del XVIII secolo la massoneria era in grande espansione, avendo la Gran Loggia Unita d’Inghilterra solo 30 o 40 anni. Era una fase di grande espansione anche per l’ Impero Britannico che doveva sostenere guerre contemporaneamente in tutti i continenti. Molti, e forse moltissimi  militari arruolati erano massoni; l’alto numero di logge militari e comunque l’esistenza di molte bolle di fondazione di logge coloniali possono facilmente dimostrarlo. A quel punto, ed in quella condizione, da parte dei fratelli rimasti in patria ricordare i fratelli lontani e rendere questa formula quasi un rituale rappresentò un percorso quasi inevitabile.

In alcune logge britanniche, la frase finale “se lo desiderano ” è completata dalle parole “ e lo meritano”, divenendo “se lo desiderano e lo meritano”. In quel tempo molti condannati erano sottoposti all’emigrazione forzata ed è possibile che il rientro di personaggi di dubbia reputazione, ancorché fratelli, non fosse visto di buon occhio dalla comunità massonica.  

Il Brindisi del Guardiano viene eseguito solitamente per ultimo prima della conclusione dell’agape, la cui consuetudine ne prevede sette. Per spiegare questa collocazione possiamo solo fare delle supposizioni. Secondo L. Troisi nel suo Dizionario Massonico anticamente (logge operative? N.d.e.) i brindisi erano dedicati ai 7 pianeti allora conosciuti. Il settimo pianeta (Saturno) era quello che con la sua orbita comprendeva tutti gli altri rappresentando il limite fra ciò che è “dentro” e ciò che è “fuori”, esattamente come il Copritore Esterno, che sembra trovarsi, nell’esecuzione del suo ufficio, in questa medesima condizione. Quindi così come Saturno è il pianeta più esterno e il brindisi a lui dedicato non può che essere il settimo ed ultimo, così il Copritore Esterno potrà essere ugualmente rappresentato nel settimo ed ultimo brindisi. Si deve poi notare che il legame fra Saturno e il Copritore Esterno ha un’ulteriore sfaccettatura: il pianeta infatti rappresenta la virtù della riservatezza, proprio quella che il Copritore Esterno deve proteggere.

Un’altra ipotesi è quella che vede, durante i lavori, il Copritore Esterno come un fratello “assente”, e come tale l’ufficiale più accreditato a proporre il brindisi una volta rientrato in seno ai fratelli per l’agape rituale.

Non sempre tuttavia il Brindisi del Guardiano è l’ultimo brindisi. W. Preston nella sua “Illustration of Masonry” del 1746 lo propone come quarto. In alcune logge australiane è previsto come quinto.

Il Brindisi del guardiano non è neppure una prerogativa assoluta del Copritore Esterno. Esso può essere proposto all’approvazione del MV da qualsiasi fratello. In alcune antiche logge esso viene proposto dal 1°S, in altre dallo stesso MV, magari come primo della serie. L’orientamento abituale è che se il Brindisi viene proposto dal Copritore Esterno esso viene effettuato per ultimo, mentre negli altri casi può essere uno dei brindisi abituali, normalmente il settimo, anche se il numero può variare.  

Nonostante che le varianti adottate nel tempo siano numerose e sostanzialmente legate al fatto che il Brindisi del Guardiano così come oggi lo conosciamo (e questo vale in realtà anche per altri brindisi)  sia una sorta di estrapolazione di parole o frasi provenienti  da canti molto più lunghi e complessi - il più celebre dei quali è “The Final Toast” di D.L. Richardson edito nel 1852 (vedi Tav.1) - nonostante tutto questo, la formulazione abitualmente adottata (quella riportata all’inizio di questo articolo) è stata accettata ufficialmente (e  pubblicata a stampa) per la prima volta nel 1978 ad opera della Gran Loggia dello Iowa, che, come è noto è una delle Gran Logge regolarmente riconosciute dalla UGLE. 

Per finire, non si può non ricordare che il poeta Rudyard Kipling utilizzò il tema del Brindisi del Guardiano per comporre alcuni versi della sua poesia  “La vedova di Windsor”, così concludendola: 

Poi c’è per i figli della vedova

Ovunque e comunque essi vaghino

C’è tutto ciò che desiderano

E se essi lo richiedono

Un rapido ritorno alle loro case

(Poveri diavoli , mai rivedranno casa!). 

(t.d.e.). 

 

Tavola n. 1 

THE FINAL TOAST

(The Tyler's Toast)

David Lester Richardson

In uno scritto presentato alla Loggia” Quatuor Coronati”  No. 2076 nel 1978 (pubblicato lo stesso anno nel periodico AQC vol. 91  con il titolo “The Final Toast) Will Read conferma che i versi del canto “The Final Toast”  sono stati scritti da David Lester Richardson, nato a Londra nel 1801. Per alcuni anni egli ha prestato servizio nell’ esercito britannico in India ricoprendo l’ incarico di Aiutante di Battaglia del Governatore Generale Lord William Bentinck.  David Lester Richardson era stato iniziato alla massoneria nella Loggia “Industry and Perseverance” No.126 in Calcutta senza peraltro mai ricoprire alcun ufficio.

 Come postilla possiamo notare che per dare un contributo significativo all’ istituzione non è necessario ricoprire alcuna carica.

 The Masonic Vocal Manual, Calcutta, 1852  

Are your glasses charged in the West and South, the Worshipful Master cries;
They're charged in the West, they're charged in the South, are the Wardens' prompt replies:
Then to our final Toast tonight your glasses fairly drain
Happy to meet - sorry to part - happy to meet again, again, Oh! happy to meet again.


CHORUS: Happy to meet - sorry to part - happy to meet again, again,
Oh! happy to meet again.


The Mason's social Brotherhood around the Festive Board,
Reveal a wealth more precious far than selfish miser's hoard.
They freely share the priceless stores that generous hearts contain
Happy to meet, sorry to part, happy to meet again!


We work like Masons free and true, and when our Task is done,
A merry song and cheering glass are not unduly won:
And only at our Farewell Pledge is pleasure touched with pain
Happy to meet, sorry to part, happy to meet again!


Amidst our mirth we drink "To all poor Masons o'er the World"
On every shore our Flag of Love is gloriously unfurled,
We prize each Brother, fair or dark, who bears no moral stain -
Happy to meet, sorry to part, happy to meet again!


The Mason feels the n e truth the Scottish peasant told
That Rank is but the guinea stamp, the man himself's the gold. 
With us the rich and poor unite and equal Rights maintain
Happy to meet, sorry to part, happy to meet again!


Dear Brethren of the Mystic Tie, the night is waning fast
Our Duty's done, our feast is o'er, this song must be our last: -
Good Night, Good Night- once more, once more repeat the farewell strain
Happy to meet, sorry to part, happy to meet again!

 

 Lavoro prodotto dal Fr. S . S . della Loggia Lorenzo il Magnifico n. 52

 

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